Chi siamo

Quando ero solo un ragazzino, se mi avessero chiesto che cosa avrei voluto fare da grande, la mia risposta non sarebbe stata pompiere o astronauta, forse a malapena ne conoscevo l'esistenza per via dell'ascolto di un programma alla radio o perché ci si riuniva nel salone ove era presente una delle pochissime prime televisioni, oppure ancora, grazie alla testimonianza di chi poteva sfoggiare il privilegio di vivere o assistere a quel mondo fatto di opportunità; gli anni 60, accipicchia quanto tempo è passato, eppure, la crisi, proprio come fa oggi, colpiva anche allora le famiglie meno facoltose, e quando mi pongo gli interrogativi che paragonano le condizioni di ieri a quelle odierne, mi rendo conto di quanto il progresso sia diventato una vera e propria arma a doppio taglio: certo, ha creato posti di lavoro, permesso di compiere passi da gigante in campo medico; diede spazio a tutti insomma, ma… con le innovazioni arrivò anche la concorrenza, condannando l'artigianato, abbassando il livello di umiltà, e in tanti casi distruggendo i sogni di chi utilizzò i risparmi della vita, nella speranza di dare un futuro concreto alla propria famiglia. La verità è che a prescindere dall’impiego che si possa svolgere, anche mantenendo la salvaguardia della nostra società eccettuandone i difetti, quello che ora si fa con una macchina, cinquant’anni fa si faceva con le mani, rendendo sempre più difficile fare la differenza nel mondo del lavoro, e si sa che le cose fatte a mano sono sempre le migliori. Sicuramente avrei risposto: “Non lo so, ma qualunque essa sia, cercherò di svolgerla al meglio per garantire a tutti coloro che ne vorranno trarre beneficio la sicurezza e la tranquillità di fidarsi del mio operato”.